venerdì 13 luglio 2007

Intervista esclusiva all'autore.

Ma sentiamo dalla viva voce del regista che cosa dobbiamo aspettarci da questo suo nuovo film, tutt'ora in lavorazione. E' vero?

Sì.

Bene. Ma ecco... si vocifera che la pellicola sia una sorta di omaggio spassionato al cinema di genere italiano, dico bene?

In parte dici bene. Ma in realtà il film è una scusa per inserirci qualcos'altro, che non ti dirò nemmeno se mi pianti un bastone in cu...

Certo, certo. Essendo una produzione a basso costo... quanto è costato? Almeno... fino ad ora.

Per il momento assolutamente niente di niente. Penso che questo sia il primo film che faccio a budget zero. Addirittura i nastri sono gli stessi che usai per "Sette Giorni la Settimana". Ci registro sopra.

Fantastico, fantastico... ma ci parli un pò degli attori coinvolti...

Perfetti. Dopo essermi rivisto il loro "Livorno Odia: la polizia usa la saponetta" ho deciso all'istante chi doveva interpretare chi. Anche se all'epoca la sceneggiatura era soltanto un'accozzaglia di idee buttate lì quasi per gioco.

Ma ecco...

Sì.

Sì cosa?

No, te l'hai detto.

Cosa.

Appunto.

Mah... dicevamo?... ah. Sì. Un dispaccio d'agenzia ci informa che nel cast sono presenti anche due vecchie glorie della TF Production: Pierfrancesco Tesi e Fabio Chiarelli.

Esatto. E questo perchè non riesco mai a staccarmi del tutto dagli amici che hanno collaborato ai miei vecchi corti o lunghi.

Per lei è meglio corto o lungo, mi scusi?

Dipende da come si usa. Ma tua moglie asserisce il contrario.

Mia moglie? Ma se non sono nemmeno sposato!...

Allora tua madre, magari.

Ma passiamo alla prossima domanda. E' vero che lei sul set lascia molto spazio agli attori?

Quasi sempre. Anche se poi dico di attenersi al copione, non ha importanza per me che lo ripetino parola per parola. L'importante è che abbiano capito il senso.

Un'ultima domanda: l'importante, nella lavorazione di un film, cos'è?

Il divertimento. Quando smetti di ridere e di scherzare e diventa un peso è meglio lasciar perdere. E' come un gioco. Un gioco non puoi prenderlo seriamente.

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